Piccolo grande uomo

"Non è niente male il tappetto. Quel tipo ha del talento" (Theo van Rysselberghe su Toulouse-Lautrec).

Parigi era il centro artistico del mondo. Esporre nella capitale francese significava per molti artisti il raggiungimento della fama, significava aver fatto capire a tutti di che pasta eri fatto, che valevi qualcosa. Ma Parigi non era solo questo. Aveva il suo lato non convenzionale che permetteva piaceri di ogni genere: l'alcool, la prostituzione, il ballo, feste sfrenate. Di certo non l'ambiente più adatto ad un signore di nobili origini. Eppure si narra a Montmartre di un curioso ometto con la bombetta che sprizzava talento e si addentrava sempre di più nelle focosi notti parigine.


Henri-Marie-Raymond de Toulouse-Lautrec-Montfa nacque in una famiglia aristocratica presso Albi il 24 novembre del 1864. Residente in un castello dai contorni fiabeschi e figlio di due cugini di primo grado, il giovane Henri venne al mondo con una grave malattia alle ossa e quando si fratturò le gambe a causa di due incidenti durante l'adolescenza, le ossa non guarirono e smisero di crescere portandolo ad essere alto solo un metro e mezzo. Impossibilitato a svolgere attività sportive si immerse nell'arte e nella cultura dell'epoca. Intorno al 1879 ricevette i primi insegnamenti artistici da René Princeteau e rappresentò prevalentemente soggetti di vita quotidiana firmandosi come "Treclau", ovvero "Lautrec" in gergo verlan.

Nel 1885 circa Toulouse-Lautrec entrò come apprendista nello studio di Fernand Cormon a Montmartre, popolare quartiere parigino frequentato da artisti tra i quali Van Gogh e Bernard. L'influenza impressionista si fece sentire e abbandonò presto la rappresentazione di interni preferendo gli spazi all'aria aperta, servendosi di alcune tecniche di Raffaelli e Degas. Nel 1887 lasciò l'atelier di Cormon, il quale non lo spronava abbastanza, e si dedicò alla realizzazione di diverse opere e manifesti che gli furono commissionati per pubblicizzare "Le Moulin Rouge". Tra i soggetti preferiti di Lautrec troviamo infatti le feste e i balli delle serate di Montmartre.


"Ballo al Moulin Rouge", del 1890, è senza dubbio l'opera più conosciuta dell'artista.
La scena appare subito vivace e di festa: i due protagonisti, i ballerini Louise Weber e Etienne Renaudin, sono rappresentati in secondo piano, con una donna vestita molto elegante in primo piano. Ancora più in fondo si intravedono la celebre ballerina Jane Avril e il padre di Lautrec, con la barba bianca. I colori usati sono molto brillanti e si alternano pennellate dolci e nervose. Il quadro sembra una fotografia e infatti un soggetto vero e proprio non esiste, ma si cerca di rappresentare al massimo l'allegria della serata.

Il soggiorno a Parigi fu molto movimentato e le serate passarono tra bicchieri d'assenzio, balli e case chiuse. Proprio i bordelli furono una delle fonti di maggiore ispirazione. Infatti Henri amava ritrarre le prostitute nella loro intimità, come quando si preparavano per soddisfare i propri clienti oppure al risveglio. Ciò fa capire di che tipo di persona si trattasse Lautrec, una persona incline al divertimento e alla tranquillità ispiratrice, principali caratteristiche della vita bohèmiene la quale impazzava nella Montmartre di fine '800.


Il soggetto preferito di Toulouse-Lautrec, le prostitute, fu rappresentato in molteplici modi. Famosa e "La toilette", opera del 1896 che rappresenta una donna in una casa chiusa. La scena è semplice ma toccante, con la ragazza che ha dei lineamenti delicati, quasi fragili, e viene rappresentata in tutta la sua purezza. Anche questo quadro sembra una fotografia, con la visuale dall'alto verso il basso che fa pensare ad un Lautrec seduto al momento dello "scatto". L'artista francese però amava anche rappresentare scene più forti, a più alto impatto emotivo. Per lui la vita non doveva avere tabù e ciò lo esprimeva anche sulle tele, come ad esempio in "A letto, il bacio".


Datata quattro anni prima di "La toilette" quest'opera ha una potenza emotiva notevole e il bacio, probabilmente tra due prostitute, riconduce all'amore al suo stato più puro: in un letto, abbracciati, indipendentemente dal sesso. I colori usati riportano a Degas anche se alcune pennellate sono più nervose e sporcano volutamente il bianco delle lenzuola, quasi a voler indicare come scene del genere erano comunque viste in modo abominevole dalla società. 
Come Munch crede in un amore violento, Lautrec crede in un amore sincero e ci riporta alla sua psiche, la quale non avendo mai potuto godere di un'amore del genere riesce a guardare oltre le barriere.

Il conte di Albi non fu comunque immune ai vizi dell'epoca e l'alcolismo lo tormentò per tutta la sua vita. Inoltre i rapporti intrapresi con alcune prostitute lo portarono ad ammalarsi di sifilide. Uno di questi mali lo stroncò nel 1901, a soli trentasei anni.

Toulouse-Lautrec era una persona molto particolare all'epoca, sia fisicamente che per le abitudini. Amava osservare le prostitute, le quali si affezionarono a questo bizzarro tipo basso e molto simpatico, che le vedeva come vere donne e non come un piacere. Era poi un amante delle vita bohèmiene, una vita libertina che non ti avrebbe mai fatto rimpiangere nulla. E infine adorava i balli spensierati delle notti di Montmartre. In questo splendido contesto è riuscito a rappresentare gli scarti della società in tutta la loro dignitosa, affascinante umanità.





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