Caos e figure geometriche

"Dipingere non è copiare servilmente il dato oggettivo, è cogliere un'armonia fra rapporti molteplici e trasporli in una propria gamma, sviluppandoli secondo una logica nuova e originale" (Paul Cézanne).

Il Cubismo è forse l'avanguardia più conosciuta poiché tra le sue file ha annoverato uno degli artisti più influenti del XX secolo: Pablo Picasso. Tuttavia quest ultimo non amava essere definito cubista né tanto meno lo potremmo noi definire il fondatore di questo movimento, nonostante abbia dato un grandissimo contributo. Il vero iniziatore è stato Paul Cézanne, il quale dopo la sua morte è salito alla ribalta, proprio come un certo Van Gogh, ed è stato un punto di riferimento per diversi artisti. Cézanne affermava di aver trovato ispirazione osservando le figure geometriche formate dalla sua casa, di conseguenza cominciò a dipingere analizzando minuziosamente ogni soggetto, cercando ossessivamente la tridimensionalità e ponderando ogni singola pennellata. Per il resto, la storia si sposta al Salon des Indépendants.


Un primo mattone fondamentale per la nascita del primo Cubismo è stato "Les demoiselles d'Avignon", quadro del 1907 ad opera di Pablo Picasso. Il dipinto è stato soggetto a diversi disegni preparatori e nel passaggio dagli schizzi alla versione finale l'opera è cambiata notevolmente, con le strutture e il colore dei personaggi che sono stati completamente stravolti. Picasso concentra le varie esperienze maturate negli anni precedenti ed evidente è l'influenza della maschere africane e la conoscenza degli squallidi ambienti parigini. Le forme rispetto ai disegni non sono più arrotondate ma spigolose e alcuni particolari come il volto di una prostituta sono letteralmente smembrati nelle loro diverse angolature. Picasso ha modificato completamente il suo modo di dipingere dopo aver studiato Cézanne e ha dato vita ad una nuova pittura.


Un altro artista che in quegli anni stava sperimentando una nuova pittura più "geometrica" era Fernand Léger
Costui era ancora molto legato alla tradizione impressionista, ma tra il 1909 e il 1910 dipinse grazie anche allo studio accurato della produzione di Cézanne "Nudi nella foresta". Apollinaire definì l'opera "un ammasso di pneumatici" e in effetti è sotto gli occhi di tutti l'effetto metallico e la bicromia nero-verde, mentre l'arrotondamento dei volumi fa scorrere la luce che dinamizza la composizione, ampiamente disarticolata dalle molteplici direzioni dei solidi geometrici. Proprio per questo lo stesso Léger definirà il tutto "una battaglia di volumi".
Nel 1910, un anno prima della svolta, Léger e Delaunay conobbero Picasso e Braque e disprezzarono con pochi giri di parole la loro pittura.


Di questa nuova cerchia di artisti Albert Gleizes e Jean Metzinger furono senza dubbio i più teorici. Il primo lo potremmo definire il più abile sul piano delle "pubbliche relazioni": ha stretto amicizia con Delaunay, ha supportato la pittura di Gris e ha rappresentato il legame, o meglio il passaggio, tra Fauvismo e Cubismo. La sua produzione assunse toni cubisti solo sul finire del 1910 e in seguito si evolse rapidamente fino ad arrivare a "La trebbiatura" del 1912, quadro che unisce la rivoluzione cubista ai soggetti del Realismo come per l'appunto il lavoro nei campi.
Metzinger invece fu definito da Apollinaire "il solo adepto del Cubismo propriamente detto", per indicare la sua importanza. Il suo punto di partenza furono i Fauves e le tecniche pointilliste, fino ad arrivare a "L'ora del tè", un'opera che non rinuncia all'eleganza della tradizione francese e che fu definita "Gioconda cubista" da un certo André Salmon.


Henri Le Fauconnier stupì Léger, Metzinger, Delaunay e Gleizes con un'opera all'epoca considerata rivoluzionaria, "L'abbondanza". Fece impressione, specie ai due artisti "teorici", per l'unione di un tema come la maternità con il simbolo arcaico della terra-madre, unione che portò alla teoria dello "slancio vitale" e all'idea del bambino come anello nella catena della creazione. Si tratta della prima immagine sacra di matrice cubista.
Juan Gris è stato l'ultimo ad avvicinarsi a questo cubismo post-Cézanne, detto analitico. Egli infatti era considerato da molti per via del suo concentrarsi su lunghe serie di triangoli e rettangoli "un purista fanatico", termine che avrà molto successo in seguito. Gris sperimentò insieme a Braque e Picasso la tecnica del papier collé, anche se i tre la sfrutteranno in maniera molto differente.

Nel 1908 iniziò il sodalizio tra Braque e Picasso, che durò fino al 1915. Entrambi fecero riferimento all'esperienza dell'altro, con il secondo in misura maggiore, il quale inizialmente predilige paesaggi con una struttura compositiva piramidale. I due in seguito sperimentarono diverse nature morte e ne produssero a decine, con quelle di Braque arrivate al punto da non distinguere più i singoli oggetti. Acquista nuovamente importanza l'elemento della luce e Braque reintroduce dei tasselli di colore che ricordano le tecniche pointilliste. In poco tempo anche Picasso ne venne influenzato e nel 1912 dipinse "Natura morta con sedia", dando il via ufficiale al Cubismo sintetico. Nel 1911, nella sala 41 del Salon des Indépendants di Parigi, espongono cinque semi-sconosciuti artisti: Delaunay, Léger, Gleizes, Metzinger e Le Fauconnier. Léger espose "Nudi nella foresta", mentre in alcuni salon successivi Metzinger espose "L'ora del tè". Era giunta l'ora della critica


André Salmon, che non apprezzava particolarmente questi artisti portatori di una nuova arte, pronunciò l'espressione "idoli ghignanti" per alludere alla rottura di Picasso con la tradizione tramite "Les demoiselles d'Avignon" e comparò tale opera alla "Gioconda cubista" di Metzinger, definita una versione più edulcorata del Cubismo. Louis Vauxcelles, già inventore del creativo termine "fauves", disapprovò come cubi le opere di Braque, estendendo poi il termine "bizzarrie cubiche" agli artisti del salon del 1911. Infine abbiamo Guillaume Apollinaire, un teorico del Cubismo anche più di Metzinger che con l'opera letteraria "I pittori cubisti" del 1913 classificò le varie correnti legate al Cubismo quali scientifico, ovvero l'analitico, fisico, ovvero il sintetico, e orfico, il tassello finale.

I cubisti, che ancora non sapevano di esserlo, presentavano tutti alcune costanti. In primo luogo, contro il carattere istintivo dell'Impressionismo si attuano degli studi minuziosi e attenti ai bozzetti preparatori, dopodiché le figure si solidificano in strutture dove si compenetrano i piani dei solidi geometrici, proiettati sulla tela bidimensionale. Per ottenere ciò abbiamo una severa riduzione cromatica, che però non durerà a lungo. È però sbagliato parlare di astrazione, poiché le opere dei vari cubisti hanno sì un alto livello di ermeticità, ma il punto di partenza rimane sempre il reale. Questa tendenza alla geometrizzazione del colore era già apparsa in opera nabis e fauves, specie in quelle di Derain, considerato al pari di Picasso e Braque come l'erede naturale di Cézanne in campo cubista. Troviamo infine un atteggiamento primitivista, già ammirato con Gauguin, ed è importante la cultura negra, che sarà d'ispirazione in molte opere di Picasso.


Dall'incontro nel salon tra i cubisti e il gruppo Rouen, costituito dai fratelli Duchamp, nacque la contestazione e in seguito venne istituita la Section d'Or, la quale serviva ai vari Metzinger, Gleizes e Léger per uscire dalla definizione ristretta di Cubismo. I lavori dei membri della Section d'Or portò ad unirsi anche quel fanatico purista solitario di Gris, che insieme a Picasso è il fondatore del Cubismo sintetico, caratterizzato dalla sovrapposizione di parti distinte con l'aggiunta di papier collé. Gris si rivelò una buona fonte d'informazioni per quanto riguardava Braque e Picasso, però era anche molto legato a quest'ultimo tanto da dedicargli nel Salon des Indépendants del 1912 un ritratto. Tuttavia quest'omaggio non fu particolarmente apprezzato né dal diretto interessato né dalla critica, la quale si concentrò eccessivamente sulla freddezza dell'opera. La Section d'Or però restituirà i giusti meriti al giovane Gris.


Successivo ai quasi contemporanei analitico e sintetico fu il Cubismo orfico. L'Orfismo si sviluppò nella Section d'Or ma anche grazie ad un artista che con il nuovo gruppo non aveva nulla a che fare, ovvero Robert Delaunay. Infatti egli iniziò col tempo ad inserire l'oggetto nella realtà, anche essa analizzata e scomposta, conferendogli dinamismo e slancio verticale. A differenza del precedente Cubismo, questo compie ricerche sul colore e sulla luce in maniera più approfondita e possiede anche analogie con la musica, proprio come l'Astrattismo. Nella Section d'Or passarono anche Marcel Duchamp e Francis Picabia, ma questa era solo la strada che stavano percorrendo per giungere al Dadaismo. Picabia era il meno orfico tra tutti, mentre Duchamp dipinse "Nudo che scende una scala", un'opera che dimostrava come Marcel fosse più attratto dal "successivo" che dal "presente". Tutto ciò sfocerà in "Ruota di bicicletta", che darà il via al Dada.

L'esperienza cubista terminò alle porte della Grande Guerra, ma lasciò eredità importanti, oltre al Dada naturalmente. Le Corbusier, pseudonimo di Charles-Edouard Jeanneret, fondò insieme ad Amédée Ozenfant il cosidetto Purismo, un'arte chiara, ordinata, sicura, una vera e propria risposta al Cubismo. I due pubblicarono prima "Après le Cubisme" e in seguito diressero la rivista "L'Espirit Nouveau", tra i cui collaboratori troviamo Gleizes, Metzinger, Gris e anche Maurice Raynal, che aveva definito in passato Gris purista. Gris collabora anche con la rivista "L'Effort Moderne" di Léonce Rosenberg, che spiega come il pubblico sia stanco di tutte queste avanguardie e di come si avverta un bisogno di tornare ai canoni classici. Intorno al 1925 anche Léger si avvicina alla rivista di Jeanneret e Ozenfant, ma in campo architettonico. Infine Picasso, pieno di grinta e voglia di stupire, si prepara a dipingere "Guernica".

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