Realtà irreale

"Mi sembrava che l'anima viva dei colori emettesse un richiamo musicale, quando l'inflessibile volontà del pennello strappava loro una parte di vita" (Vasilij Kandinskij).


Nonostante i diversi stravolgimenti e rivoluzioni che hanno coinvolto la storia dell'arte, essa si è sempre basata su soggetti concreti, che noi possiamo identificare immediatamente con i nostri occhi. Alla fin fine, neanche movimenti come il Simbolismo rinunciarono a rappresentazioni fisiche che riguardassero il mondo di sempre, eppure essa era definita un'arte molto astratta. Di conseguenza porre le basi per l'Astrattismo è stato uno dei più grandi azzardi di sempre poiché si trattava di qualcosa di completamente nuovo, fuori dagli schemi. Significava rinnegare la realtà. Musica, studi teosofici, armonia, figure geometriche. L'Astrattismo attingerà principalmente da queste fonti e il suo grande iniziatore sarà Vasilij Kandinskij.

Di famiglia benestante, Vasilij Vasil'evič Kandinskij nacque a Mosca il 16 dicembre del 1866. A seguito del divorzio dei genitori il piccolo Vasilij fu affidato alle cure della zia e sin da subito si formò dal punto di vista musicale e artistico. Conclusi gli studi in maniera brillante, Kandinskij decise di recarsi a Monaco di Baviera per studiare arte e proprio nella città tedesca il pittore russo fondò il gruppo Phalanx, tra i cui sostenitori troviamo la sua futura compagna Gabriele Münter. Il suo stile in questo periodo iniziale è molto sperimentale: Kandinskij dimostra di apprezzare il chiaroscuro e nonostante cerchi di introdurre nell'ambiente tradizionalista le avanguardie francesi, si dimostra ancora molto legato all'Impressionismo. Ne è un palese esempio l'opera "Il cavaliere azzurro".


Dipinto nel 1803, si possono notare chiaramente i particolari appena accennati, che comunque non compromettono la buona riuscita del paesaggio. Inoltre, anche la figura del cavaliere con il mantello blu sembra perdersi nell'immenso verde del prato. Sullo sfondo invece risaltano degli alberi e un cielo limpido. Kandinskij era un grande appassionato della tradizione medievale, di scontri a cavallo, eroi in armatura e racconti fiabeschi; quindi questo dipinto lo potremmo considerare un inno alla personalità dell'artista. Il maestro russo diceva "Il cavallo trascina l’artista con forza e velocità, ma il cavaliere guida il cavallo. Il talento trascina l’artista, ma l’artista conduce il suo talento". Da li a poco lo stile di Kandinskij avrebbe preso una piega improvvisa, esuberante, ma sarà proprio lui a mantenere le redini della sua nuova arte.

A partire dal 1902 viaggerà in paesi tra i quali Italia, Sudafrica, Russia e Francia ed esporrà in diverse città. Nel 1908 comprò una casa con Gabriele Münter a Murnau in Baviera e fonderà un nuovo gruppo chiamato Neue Künstlervereinigung München. Negli ultimi 10 anni la sua pittura mutò considerevolmente, con un appiattimento dei colori e una distruzione della profondità. Nel 1910 dipinse il suo primo acquerello astratto, un'opera dove manca un vero e proprio spazio e tante macchie di colore sono messe vicine apparentemente a caso. In realtà ogni singolo colore, ogni singolo segno vanno letti e interpretati, per poi unire il tutto in un'armonia musciale. Questa nuova visione dell'arte accompagnò Kandinskij per tutta la vita e da quel momento iniziò la sua produzione astratta.


"Composizione IV" del 1911 è il perfetto esempio di astrazione del reale: in quest'opera viene meno l'interesse per ciò che è rappresentato perché il primo impatto che si ha guardando il dipinto è ammirare la bellezza dei colori, tra i quali si può subito riscontrare una certa armonia. Il dipinto è a libera interpretazione, perché qualunque cosa la nostra mente immagini rimarrà la potenza del colore. Con quest'opera possiamo affermare che il Fauvismo ha trovato definitivamente riscontri nell'arte, ovvero il colore si rende veramente autonomo rispetto al soggetto, riesce ad esprimere emozioni proprie e a distaccarsi completamente dalla tela.

Nel 1911 Kandinskij e Franz Marc fondarono il Der Blaue Reiter, un gruppo di artisti di matrice espressionista e con diversi punti in comune con il Die Brücke e il Fauvismo. Il gruppo fece diverse mostre e il successo non tardò ad arrivare. Nel 1912 pubblica "Lo spirituale nell'arte", un libro dove Kandinskij parla di come un'opera sia costituita da una figura e da qualcosa oltre la figura, e inoltre si analizza il rapporto tra forma e colore. Questo processo di astrazione del pittore russo trova profonde radici nel libro di Wilhelm Worringer "Astrazione ed empatia", dove si cerca di rompere definitivamente con la tradizione rinascimentale. Infine, gli studi teosofici, di cui anche Mondrian farà largo uso, completarono il quadro.


"Composizione VII" del 1913 meglio riassume la visione astratta di Kandinskij esplicata ne "Lo spirituale nell'arte". La lettura del quadro ci porta da sinistra verso destra e verso l'alto. Il gran tumulto di colori potrebbe nascondere il loro reale significato e riesce anche a rendere difficile da notare la barca presente in basso a sinistra. Kandinskij attribuisce a molti colori uno strumento come il giallo per la tromba, il rosso per il tamburo e il blu per il violino. Inoltre, i colori caldi si avvicinano a noi, dando la sensazione di espandersi, mentre quelli freddi danno la sensazione di restringersi sempre di più quasi come se stessero sparendo dalla tela.
Kandinskij in questo periodo era molto affascinato da temi religiosi e quest'opera si può identificare come un giudizio universale in forma astratta. Come in "Composizione IV", anche qui i colori trasmettono una certa armonia.

Kandinskij ritornò a Mosca e ci rimase fino al 1921. In occasione della Rivoluzione Russa fu occupato da diversi incarichi a livello amministrativo e dell'istruzione. Non appena scoppiò la Grande Guerra si rifugiò in Svizzera con Gabriele Münter e in seguitò fu impegnato con diversi viaggi in giro per l'Europa. Tra il 1922 e il 1933 lavorò come insegnante di decorazione murale al Bauhaus, finché non verrà accusato di bolscevismo dalla nuova dittatura. Vasilij decise quindi di trasferirsi a Neuilly-sur-Seine, a Parigi.


In "Giallo, rosso e blu" del 1925 Kandinskij si concentra sui tre colori primari e gioca molto sull'effetto ottico che riescono a fornire. Così come il rosso, anche il giallo tende ad espandersi. Inoltre questo colore anche in questo caso è attribuito ad una tromba trasformando così la tela in una splendida orchestra, con il verde sullo sfondo che rappresenta dei violoncelli. Il viola presente in basso invece è un corno inglese. Quindi strumenti più dinamici sono stati posizionati al centro dell'orchestra, mentre le colonne portanti della sinfonia si trovano ai lati.
Tralasciando i significati musicali, esistono anche significati legati ai cinque sensi: il rosso è il sangue e la passione, il giallo lo associamo inconsciamente al limone, quindi ad un sapore acido.
Infine esiste il punto di vista geometrico: il cerchio blu, il triangolo giallo, il quadrato rosso.
Parliamo quindi di un'opera profondamente poli-significante.


Invece in "Composizione X", uno dei suoi ultimi lavori, l'arte astratta di Kandinskij raggiunge livelli elevatissimi. Ci si impegna per rappresentare soggetti concreti e non solo più sensazioni e sentimenti.
In questo lavoro sembra di essere nei fondali di un mare, scuro e costellato da esseri dotati di tentacoli o che comunque richiamano l'ambiente marino. I colori usati non sono molto accesi come in passato e inoltre sono distribuiti andando a formare figure geometriche ben definite. Questo stile accompagnerà il pittore russo fino alla sua morte.

Con la venuta de Nazismo Hitler condannò le nuove avanguardie e tra queste rientrò la rivoluzione astratta di Kandinskij. Egli si limitò a piccole opere su cartone catramato e infine morì nel 1944 a Parigi.
La sua arte è stata a dir poco rivoluzionaria. Per la prima volta emerge l'idea di un'arte che non rappresenta ciò che vediamo e soprattutto che cerca di trasmettere concetti astratti giocando sulla suscettibilità della mente umana. Vasilij Kandinskij, così come Pablo Picasso e Henri Matisse, ha portato una ventata d'aria fresca nel mondo dell'arte e il suo lavoro troverà collocazione definitiva nelle opere di Jackson Pollock.



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