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Visualizzazione dei post da 2016

Il poeta della solitudine

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"Forse non sono troppo umano, ma il mio scopo è stato semplicemente quello di dipingere la luce del sole sulla parete di una casa" (Edward Hopper). Hopper è stato senza dubbio il più europeo degli artisti americani: ha preso spunto dalla corrente impressionista facendo di un culto la pittura en plein air, ha studiato gli artisti del passato e le loro teorie e soprattutto ha reso suoi alcuni soggetti rappresentandoli molteplici volte in contesti e ambientazioni differenti. Inoltre Hopper ha anche vissuto in un periodo devastato da due guerre mondiali e ciò lo ha portato ad esaminare la mente e gli atteggiamenti umani, in modo da poterli raccontare al meglio nelle sue tele cariche di colore e di solitudine .  Edward Hopper nacque a Nyach il 22 luglio del 1882. Di lontane origini gallesi e olandesi, il giovane Hopper si appassionò fin da bambino all'arte e al disegno e fu fortunato nell'avere una famiglia che supportò sin da subito le sue passioni. Nel 1900 E

Una manciata di perfezione

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"Un giorno di gioia tranquilla, il Monte Fuji è velato, nella pioggia nebbiosa" (Matsuo Basho). Il Monte Fuji lo potremmo definire come un esempio di perfezione, il meglio che la natura è riuscita a donare all'uomo. Rappresenta tantissimo per i giapponesi e anche ad occhi esterni mostra un'atmosfera solenne. Quasi perennemente con la cima innevata, questo vulcano è stato al centro di miti e leggende, nei suoi pressi sono stati eretti bellissimi templi e ovviamente non poteva mancarci un tori in prossimità della cima. C'è chi è riuscito a rappresentare questo simbolo con mille sfaccettature, parliamo del pittore giapponese Katsushika Hokusai .                                                                              Katsushika Hokusai nacque nel 1760 e fu particolarmente ispirato dall' Impressionismo francese. Già da quando era molto piccolo si avvicinò a diverse attività legate all'incisione e all'artigianato. Cresciuto, si dedicò a s

Loco

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"La differenza tra me ed un pazzo? È che io non sono pazzo" (Salvador Dalì). Una volta un signore andò a mangiare, come era solito fare, in un ristorante. Da qualche anno ogni qual volta si sedeva aspettava la fatidica domanda: "posso sedermi accanto a lei?". Ebbene, lo scocciatore di turno non tardò ad arrivare e l'elegante signore, con un fare freddo e imperturbabile, esclamò: "Nessun problema. Metta cinquemila dollari sulla tavola o se ne vada". E sempre con calma e pacatezza, senza proferir parola, si intascò i cinquemila dollari. Il signore in questione era Salvador Domènec Felip Jacint Dalì i Domènech , meglio conosciuto come Salvador Dalì. Egli nacque a Figueres, in Catalogna, l'11 maggio del 1904. Salvador aveva un omonimo fratello maggiore il quale era morto nove mesi prima della sua nascita. Quando fu portato alla sua tomba all'età di cinque anni rimase particolarmente segnato, mentre a sedici anni fu colpito dalla morte

Concetto divino

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"In un bacio, saprai tutto quello che è stato taciuto" (Pablo Neruda). Esistono momenti che una persona si porterà per sempre dietro e ricorderà con affetto per tutta la vita. Questi momenti potranno durare anche solo qualche secondo ma rimarrà fortissimo il loro valore, la loro importanza. Basti pensare a due innamorati che non potendo coronare il loro sogno d'amore si rifugiano in un abbraccio o una carezza, immaginando che quei momenti siano infiniti e caratterizzati da un'aura celestiale. Quando ci si innamora tutto è difficile da spiegare e il mondo viene visto come un paradiso divino, un luogo dove si possono realizzare i propri desideri assieme alla persona amata. Tutti gli artisti hanno sempre provato, rimanendo fedeli al loro stile, a rappresentare il concetto dell'amore che racchiude tutte queste sensazioni. Spesso e volentieri ciò avveniva con le più classiche delle scene, un bacio . " Il bacio con la finestra ", dipinto realizzat

Un rapporto complicato

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"Non parlar male della nostra povera piccola casa gialla" (Vincent van Gogh in una lettera a Paul Gauguin). Nella seconda metà dell'800 la figura dell'artista si trasformò in qualcosa di più complesso. L'artista non era più un lavoratore che dipingeva solo ed esclusivamente sotto le dipendenze di un singolo individuo o di una nobile famiglia, ma era una persona che aveva un'idea fissa di arte e pertanto rappresentava ciò che voleva, quando voleva, come voleva. Inoltre questi nuovi artisti desideravano evolversi e sviluppare le proprie conoscenze e ciò era possibile solo confrontandosi con altri pittori e quindi con altri pensieri artistici. Van Gogh più degli altri cercò di creare una comunità di artisti che potesse dar vita ad una nuova arte. Il primo e purtroppo anche ultimo tassello di questo progetto di Paul Gauguin . I due si conobbero a Parigi , a seguito del trasferimento di Van Gogh. L'artista olandese rimase molto colpito dall'ambie

Piccolo grande uomo

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"Non è niente male il tappetto. Quel tipo ha del talento" (Theo van Rysselberghe su Toulouse-Lautrec). Parigi era il centro artistico del mondo. Esporre nella capitale francese significava per molti artisti il raggiungimento della fama, significava aver fatto capire a tutti di che pasta eri fatto, che valevi qualcosa. Ma Parigi non era solo questo. Aveva il suo lato non convenzionale che permetteva piaceri di ogni genere: l'alcool , la prostituzione , il ballo , feste sfrenate . Di certo non l'ambiente più adatto ad un signore di nobili origini. Eppure si narra a Montmartre di un curioso ometto con la bombetta che sprizzava talento e si addentrava sempre di più nelle focosi notti parigine. Henri-Marie-Raymond de Toulouse-Lautrec-Montfa nacque in una famiglia aristocratica presso Albi il 24 novembre del 1864. Residente in un castello dai contorni fiabeschi e figlio di due cugini di primo grado, il giovane Henri venne al mondo con una grave malattia alle ossa e

Il fregio della vita

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"L'arte è il sangue del nostro cuore" (Edvard Munch). Esistono artisti che nei loro quadri esprimono il loro pensiero pittorico, le loro idee e i loro obiettivi. Altri invece scelgono di rappresentare temi ricorrenti come l'amore e la povertà in maniera diretta e semplice. Oppure c'è chi ha scelto di servirsi delle immagini più assurde per dare libero sfogo alla propria fantasia. Però esiste anche chi ha scelto di raccontare la devastazione del proprio animo attraverso immagini turbanti e talvolta inquietanti, che provocano una sublime senso di angoscia . Beh, se con un quadro riesci a scatenare questo turbinio di emozioni vuol dire che sei riuscito a diventare un tutt'uno con la tela e che hai narrato la tua vita con maestria, scendendo nei meandri più oscuri dei tuoi ricordi. Edvard Munch nacque in Norvegia, a Loten , il 12 dicembre del 1863. Solamente un anno dopo la sua famiglia si trasferì per motivi lavorativi ad Oslo e a seguire accaddero dive

Vivere male per dipingere bene

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"Costui o diventerà pazzo, o ci farà mangiare la polvere a tutti quanti. Se poi farà l'uno e l'altro, non sono in grado di prevederlo" (Camille Pissarro su Vincent van Gogh). Con Van Gogh inizia il dramma dell'artista che si sente escluso dalla società e che decide di rinchiudersi in un mondo proprio portando avanti con fermezza le proprie idee. Si tratta di una mente geniale, che si interroga sul significato dell'esistenza e del suo compito tra gli uomini. Van Gogh era un uomo con dei sogni, dei nobili sogni la cui incapacità nel realizzarsi lo hanno portato a rivoltarsi contro tutti. Una rivolta che lo porterà nell'olimpo post mortem. Vincent Willem van Gogh nacque il 30 marzo del 1853 in Olanda, nel Brabante settentrionale. Figlio di un pastore protestante, era il più grande di sei fratelli tra cui Theo van Gogh.  Nel 1869 terminò gli studi e partì per L'Aia , dove si impiegò come commesso nella succursale della casa d'arte parigina