Come un figlio

"Il girasole è mio" (Van Gogh a suo fratello Theo)

La geniale mente di Van Gogh, come sappiamo, è riuscita a partorire opere che oggi hanno un valore inestimabile. I suoi ritratti e autoritratti, ma anche i suoi paesaggi sospesi tra realtà e immaginario rimangono impressi nella mente di chiunque li osservi, grazie anche ad un uso pressoché impeccabile dei colori. Ebbene, tra i suoi quadri più famosi e carichi di sentimenti remoti troviamo la serie dei dodici girasoli dipinti tra il 1888 e il 1889.



Dei dodici lavori dell'artista olandese alcuni fanno parte di collezioni private, mentre altri possiamo ammirarli in alcuni dei musei più importanti al mondo, dagli Stati Uniti alla Francia passando naturalmente per la terra dei tulipani. Partiamo subito dal presupposto che Van Gogh era a suo modo un cultore dell'arte e in ogni sua opera notiamo sempre un influsso esterno. Tale cosa vale anche per i girasoli, la cui rappresentazione è stata fortemente influenzata dalle stampe giapponesi con cui Vincent entrò in contatto ad Anversa.

Quando si trasferì a Parigi invece realizzò qualche dipinto di girasoli meno famoso e una volta stabilitosi ad Arles, in Provenza, decise di realizzare la famosa serie dei dodici in modo da rendere il soggiorno nella "casa gialla" il più rilassante possibile per il suo futuro coinquilino Paul Gauguin.
Dalle lettere inviate a Theo sappiamo che si dedicò giorno e notte ai suoi dipinti poiché il girasole in genere è un fiore che appassisce rapidamente. Il risultato è stato a dir poco affascinante: dipinti che rappresentano il suddetto fiore nelle fasi della sua breve vita.



I colori maggiormente usati sono il giallo, l'arancione e l'azzurro. Colori molto allegri che confermano il momento positivo dell'artista. Il giallo richiama al Sole, alla gioiosità della primavera e al calore della Provenza e rappresentare la pianta su uno sfondo azzurro è stata senza dubbio una trovata ingegnosa perché i girasoli risaltano molto bene. Questa è solo una delle splendide conseguenze derivanti dall'influenza di Delacroix e della sua teoria dei colori.

Al contrario di Van Gogh, Gauguin non rimase particolarmente estasiato dal paesaggio provenzale e dalle raffigurazioni dei girasoli. Il soggiorno ad Arles fu ricco di nuovi spunti per quanto riguarda l'arte e altrettanto carico di tensione prima dell'esaurimento nervoso di Vincent. Una bella testimonianza di quel periodo è un quadro di Gauguin, il quale rappresentò il compagno intento a dipingere, ovviamente, i girasoli. Nel dipinto possiamo notare la calma e l'attenzione che impiega per descrivere con i colori il suo soggetto prediletto


Vincent riteneva che il girasole fosse una sua creatura, un soggetto plasmato a sua immagine e somiglianza nonché figlio del suo instabile ottimismo. Gli amanti dell'arte oggi collegano subito i girasoli al nativo di Zundert e spesso ci si domanda il perché abbia scelto proprio questo fiore e lo abbia rappresentato con tutto quest'entusiasmo.
Per Van Gogh la fragranza dei girasoli è stata forse la sua ultima fonte di piacere e può darsi che un giorno porteranno serenità in un altro cuore tormentato.





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