La velocità dell'innovazione

"Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria" (Filippo Tommaso Marinetti).

Il Futurismo è stato un fenomeno totale che ha letteralmente avvolto da nord a sud l'intera penisola italiana divenendo di fatto una delle avanguardie più famose del novecento. La sua influenza si estese dalle classiche arti quali scultura, architettura e pittura fino a toccare la letteratura, alla danza, al cinema e persino alla gastronomia. Il suo iniziatore, a differenza di altri movimenti, non è stato un pittore, e presenta caratteristiche affini ad un altro movimento di poco successivo, il Dadaismo. Tali caratteristiche sono un manifesto personale e un rifiuto totale nei confronti della vecchia scuola e della tradizione.


Filippo Tommaso Marinetti nacque ad Alessandria d'Egitto da genitori italiani e sin da piccolo manifestò interesse per la letteratura. Minacciato dai gesuiti di espulsione dal suo collegio per aver introdotto i racconti di Emile Zola, si diplomò a Parigi e in seguito studiò legge a Pavia. Dopo che si laureò a Genova dovette affrontare i lutti familiari del fratello e della madre, che lo aveva sempre spronato a scrivere, così decise di seguire la sua passione per la letteratura, scrisse delle poesie in lingua francese e in seguito compose il Manifesto del Futurismo. Al termine di una vita fatta di successi, scandali e controversie relative alla sua natura filofascista, morì a Bellagio nel 1944.


Il Manifesto del Futurismo fu l'atto di fondazione del movimento, pubblicato in lingua francese sul quotidiano francese Le Figaro il 20 febbraio 1909. Tra i punti principali del manifesto ricordiamo: noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine, all'energia e alla temerità; il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia; la letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità pensosa, l'estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno; noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo... un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia.

Insomma, in queste frasi è evidente il carattere rivoluzionario e aperto al futuro di questo movimento, nasce una nuova poetica fondata sul dinamismo e sulla velocità, sulla sintesi e sulla forza, cioè su valori ispirati alla vita contemporanea. I bersagli principali furono, per i futuristi, quelle forme di arte che risentono ancora di un rigido classicismo. Troviamo anche il "disprezzo della donna", e della sua immagine intrisa del sentimentalismo decadente, come appare in molti scritti di Gabriele d'Annunzio. Tema centrale del manifesto è la rivelazione di una nuova estetica legata alla tecnologia e allo strumento principale che sta trasformando il mondo: la macchina. L'obiettivo ultimo del movimento è lo svecchiamento della cultura italiana. 

Tra gli espedienti propagandistici più efficaci vi furono le cosiddette serate futuriste, consistenti in spettacoli teatrali dal carattere a metà tra la rappresentazione e il comizio, con in declamazioni di poesie, esecuzioni musicali, letture di manifesti e proclami, animazioni. Negli anni a seguire vennero resi noti altri manifesti come il Manifesto dei pittori futuristi e il Manifesto tecnico della pittura futurista, entrambi del 1910. Poi fu la volta del Manifesto dei musicisti futuristi, dei drammaturghi futuristi, della donna futurista, della cinematografia futurista e della danza futurista.                           Il manifesto della letteratura futurista ebbe molta influenza grazie anche alle tavole parolibere


Il marinettiano Zang Tumb Tumb è uno dei primi volumi di tavole parolibere, pubblicato nel 1914. In questo libro Marinetti descrive i momenti di una battaglia di cui egli è stato testimone oculare nel conflitto bulgaro-turco del 1912. Usa una scrittura impersonale, con una narrazione fatta di frammenti collocati in rapida successione, come tante immagini che scorrono una dopo l'altra. Le tavole parolibere introdussero una suggestione visiva per mezzo di una soluzione grafica allusiva e movimentata come gli eventi che il testo descrive. 


Uno degli artisti di spicco del movimento futurista fu Umberto Boccioni, il quale ha dipinto uno dei quadri simbolo dell'avanguardia italiana: "La città che sale". A questa grande tela Boccioni lavorò realizzano numerosi bozzetti e schizzi preparatori. In primo piano si affollano uomini e cavalli quasi come se fosse in corso una battaglia tra due eserciti, battaglia che però lascia intravedere sullo sfondo le impalcature di alcuni palazzi. Ciò deriva dal grande interessa che l'autore nutriva nei confronti del fenomeno dell'espansione urbana, che più volte rappresentò nelle sue opere. Con questo quadro Boccioni inizia un percorso di disgregazione delle leggi della rappresentazione, non volendo più rappresentare semplici oggetti e persone ma cercando di rappresentare sensazioni e stati d'animo. 


Altro artista di spicco è stato Giacomo Balla, autore del dipinto "Ragazza che corre sul balcone". Il soggetto è molto semplice e tratto dalla vita quotidiana, ma è minuziosa la cura dei particolari e lascia intendere bene l'idea di quel che Balla ha voluto rappresentare. Le aste verticali sul retro richiamano al parapetto e si sovrappongono costituendo un'unica visione dinamica. Stessa cosa dicasi per la ragazza in primo piano che all'apparenza sembra essere rappresentata sempre nella stessa posizione, ma in realtà sono presenti alcuni particolari al livello delle scarpe, con tacco e punta degli stivaletti rivolti in direzioni diverse. L'impressione del movimento è data fissando all'interno del disegno le linee portanti delle figure, che poi sono state sovrapposte.


Altre opere degne di nota di Balla sono "Dinamismo di un'automobile" e "Dinamismo di un cane al guinzaglio". Il primo è incentrato sul tema centrale della poetica futurista, la velocità. L’oggetto è scomposto. L’opera segna il passaggio da un linguaggio naturalistico ad uno astratto, mentre il colore è limitato ad una bicromia di chiaroscuro, illuminata con accenni di bianco. Nella seconda invece, all'apparenza più semplice da interpretare, Balla ferma letteralmente sulla tela le varie fasi di cui si compone il movimento di un bassotto, quasi come se fossero dei fotogrammi.

Se volessimo descrivere il Futurismo basterebbe dunque usare la parole velocità. Una singola parola che però rappresenta le varie innovazioni dell'epoca come gli aeroplani, le cineprese e il telegrafo senza fili. In ognuna di queste rivoluzionarie invenzioni troviamo quel passaggio ad un livello superiore che ha permesso all'uomo di elevarsi, troviamo quella rapidità e quella comodità che l'uomo per secoli ha inseguito per evolversi. Tutto ciò si è riflesso nell'arte e rappresenta il lato positivo di una medaglia qual'è il novecento, ovvero un'innovazione continua che molti hanno voluto portare avanti con il fenomeno delle avanguardie.








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