Piccoli fenomeni

Il Rinascimento italiano è stato sicuramente uno dei fenomeni più interessanti e affascinanti dell'epoca moderna. Scoperte, innovazioni e talenti emergenti erano quasi all'ordine del giorno e in tutto il mondo artisti come Leonardo, Donatello e Brunelleschi sono conosciuti e rinomati. Tuttavia questo contesto storico ha visto anche la presenza di artisti che noi oseremmo definire "minori" rispetto ai sopracitati, ma che sono stati portatori di diverse novità che avrebbero poi influenzato l'arte a venire nei secoli successivi.


Antonello da Messina riavviò il movimento artistico meridionale e sperimentò la prospettiva di Brunelleschi. Nacque a Messina nel 1430 e operò a Venezia e poi a Messina, dove morì nel 1479. A Napoli Antonello incontrò le opere fiamminghe, soggette ad un'indagine dei particolari microscopica. Infatti, nulla del soggetto rappresentato viene lasciato al caso, come possiamo notare ne "I coniugi Arnolfini" di Van Eyck. Un altra innovazione è il ritratto, effettuato in tre quarti.


In "San Gerolamo nel suo studio" del 1475 troviamo un interno gotico con volte ogivali e al centro uno studio illuminato dalla luce. Il pavimento è a piastrelle policrome, le colonne sono esili e un leone simbolo del santo si avvicina allo studio sulla destra. Al centro il santo è seduto, un gatto riposa e sono presenti anche diversi oggetti rappresentati nei minimi particolari. A sinistra lo sguardo arriva ad una finestra con un paesaggio molto dettagliato. Nell'opera è presenta molta prospettiva sopratutto per la presenza dell'edificio architettonico. In primo piano il pavone indica l'eternità, la pernice la verità.


Andrea Mantegna nacque a Padova nel 1431 e fu apprendista del collezionista d'antiquariato Francesco Squarcione e perciò prestò molta attenzione alla cultura antiquaria specialmente di epoca romana. Si trasferì a Mantova e lavorò alla corte dei Gonzaga. Morì nel 1506. In "Giovane uomo semi-giacente" si scopre che Mantegna tende nel disegno ad un effetto scultoreo ed è influenzato da artisti tedeschi. La postura dell'uomo rimanda ad una scultura romana. Il giovane è visto di scorcio e l'effetto prospettico è esaltato dalla pietra. La linea di contorno è decisa. "Giuditta e Oloferne" è invece un disegno di presentazione, ovvero un disegno perfettamente concluso. Giuditta è di tre quarti e l'ancella tiene il sacco in cui scivola la testa di Oloferne.


"In orazione nell'orto" del 1455 Mantegna pone i personaggi in una natura morta e pietrificata ed è molto interessato ai particolari del paesaggio. Il Cristo è inginocchiato sulla roccia che sembra artificiale, mentre i tre discepoli sono addormentati vicino ad un fiume e sembrano parte del paesaggio. Il corvo rappresenta la morte, la lepre e gli uccelli bianchi la vita e la resurrezione. Gesù soffre di fronte all'apparizione di cinque angeli. Sulla destra, in una curva, Giuda guida i soldati. Sullo sfondo viene rappresentata Gerusalemme, ricca di monumenti italiani. Viene rappresentato anche un muro restaurato, sulla base degli studi di Leon Battista Alberti. 


Giovanni Bellini nacque a Venezia nel 1435 e vi portò l'innovazione rinascimentale. Nel 1453 sposò la sorella di Mantegna e l'incontro con tale artista fu molto importante per la sua crescita, ma prese ispirazione anche da Pietro della Francesca e Antonello da Messina. Divenne pittore ufficiale della Repubblica veneziana nel 1483 e morì nel 1516. Il suo disegno è di tipo pittorico, poiché sfrutta il chiaroscuro. Il segno è rapido e la linea di contorno è marcata dove il tratteggio si addensa.  


"L'orazione nell'orto" è un tributo a Mantegna, solo che Bellini prestava molta più attenzione al paesaggio e rendeva l'uomo parte della natura. La roccia su cui il Cristo prega sembra più naturale perché più rotonda. Gli apostoli dormono con pose più naturali e Giuda e i soldati sembrano figure di contorno. Gli edifici sullo sfondo non richiamano il passato ma sono moderni e la luce dell'aurora illumina i bordi delle nuvole, facendo intendere un preciso momento della giornata. La profondità si ottiene con le curve delle strade. Assistiamo poi alla prospettiva cromatica, infatti dispone i colori caldi in primo piano e quelli freddi sullo sfondo, perché tendono ad allontanarsi. Una sorta di anticipazione in chiave rinascimentale di quel che sarà poi l'Astrattismo.


Perugino nacque presso Perugia nel 1445. Quando si trasferì a Firenze fu allievo di Verrocchio e compagno di Leonardo, e in seguito divenne un pittore rinomato e con due botteghe a Perugia e Firenze, finché non verrà oscurato da Leonardo, Raffaello e Michelangelo. Morì a Fontignano nel 1523. Le sue linee di contorno sono molto delicate, come possiamo vedere in "Testa maschile con lunga barba", realizzato in punta d'argento. 


"La consegna della chiavi" del 1482 fu realizzato per la Cappella Sistina. Il soggetto rappresenta la trasmissione dei poteri da Cristo a Pietro e in alcuni tratti si notano le linee del riporto diretto e la puntinatura dello spolvero. Il paesaggio è formato da un tempio centrale e due archi di trionfo ai lati che riportano al papa committente Sisto IV. Il tempio è a pianta ottagonale e allude alla nuova chiesa. La pavimentazione a scacchiera contribuisce a individuare gli elementi della prospettiva. I personaggi scaricano il peso su un piede e sono in due fasce orizzontali: in primo piano la scena chiave con Cristo e gli apostoli, sullo sfondo altre figurette. Il cielo diventa più scuro alzandosi e il paesaggio naturale è scarno. Complessivamente è un'opera con stile classico

Il più grande merito di questi pittori è l'aver portato l'innovazione rinascimentale in parti d'Italia dove era molto difficile che arrivasse, come per esempio nel Meridione o a Venezia, dove dominava ancora una mentalità piuttosto chiusa e antiquata riguardo l'arte. Poi è emblematico il caso di Perugino, messo in ombra proprio dal suo allievo Raffaello. Ciò però dimostra l'influenza che questi pittori hanno avuto anche in tempi relativamente brevi, contribuendo alla formazione di veri e propri geni dell'arte rinascimentale.

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