Demolire il passato

"Per principio sono contro ogni principio" (Tristan Tzara).

Tra le varie avanguardie che hanno rivoluzionato il mondo dell'arte nella prima metà del XX secolo, una delle più innovative e sicuramente più incomprese è stata il Dadaismo. Ancora oggi riesce difficile definire il 'Dada' una vera e propria forma d'arte, poiché ha più i connotati di una corrente letteraria con un proprio pensiero artistico, messo poi in pratica da artisti come Man Ray e Marcel Duchamp. Quindi oltre al pensiero artistico, già di per sé rivoluzionario, continuiamo ad avere un'arte che si fa scritta, come era già avvenuto per il Futurismo e il relativo manifesto di Marinetti. Il Dada avrà anche avuto vita breve, ma è innegabile il suo contributo all'arte contemporanea.


Nel 1913 ci furono i primi segnali di questi grandi sconvolgimenti che avrebbero interessato il mondo dell'arte. L'eclettico Marcel Duchamp infatti prese due oggetti di uso comune, una ruota di bicicletta e uno sgabello, e li assemblò formando un'opera d'arte. O meglio, qualcosa che all'epoca solo lui considerava arte. Duchamp aprì una nuova frontiera dell'avanguardia: da quel momento tutto si sarebbe potuto considerare arte se il primo a pensare ciò fosse stato l'autore dell'opera. Certamente non è semplice riconoscere la genialità di questo lavoro, ma basterebbe pensare un attimo al contesto storico, ad eventi precedenti all'opera o anche solo alla mentalità dell'artista, in questo caso il maestro di Blainville-Crevon. Infatti questa unione di oggetti apparentemente semplici è una vera e propria presa in giro nei confronti del Futurismo, il quale esaltava il movimento e la dinamicità delle cose. La ruota è di per sè un oggetto dinamico, tendente a muoversi, ma è impossibilitata a farlo se bloccata su uno sgabello. Questa satira nei confronti dell'arte del passato sarà il principio di base di tutto il movimento Dada.


Il pensiero Dada cominciò a prendere forma a Zurigo, dove si rifugiarono alcuni intellettuali per sfuggire alla Prima Guerra Mondiale. Tra questi troviamo anche il poeta e saggista rumeno Tristan Tzara, pseudonimo di Samuel Rosenstock. Il loro esordio avvenne al Cabaret Voltaire, inaugurato da Hugo Ball. Le serate passarono tra chiacchierate e dimostrazioni provocatorie per diffondere questa nuova arte. Tuttavia, bisognerà attendere il 1918 per il primo manifesto Dada ad opera di Tzara.

Il manifesto Dada ha segnato probabilmente la storia dell'arte novecentesca. Per la prima volta qualcuno ha avuto il coraggio di sostenere fino in fondo le proprie idee anche a costo di sembrare ridicolo, blasfemo o malato agli occhi dell'opinione pubblica. Tristan Tzara distrugge completamente i canoni artistici a favore di un'arte personale che segua la casualità e il cattivo gusto e inoltre nel contesto surreale del manifesto di Tzara non mancano delle frecciatine nei confronti delle scuole del Futurismo e del Cubismo. Tuttavia, Tzara afferma soprattutto che chi sarà dipendente del Dada sarà dipendente di nessuno, sarà una persona libera. Dada nasce dalla spontaneità. Dada nasce da un bisogno di indipendenza. Dada non significa nulla.



Il dipinto principe del Dadaismo è sicuramente "L.H.O.O.Q.", realizzato sempre da Marcel Duchamp un anno dopo il manifesto di Tzara. Da come ormai possiamo capire tramite il manifesto Dada, la bellezza è morta e lo scopo di questa nuova arte è quello di creare disappunto e provocazione. Ebbene, Duchamp pensò bene di prendere come modello un quadro apprezzato in tutto il mondo e di aggiungere un piccolo particolare che rendesse il tutto goliardico, una sorta di rifiuto all'arte del passato per criticare coloro che apprezzano "La Gioconda" perché considerata universalmente bella a prescindere dai gusti personali. Tra l'altro anche il titolo non è casuale, poiché le lettere L.H.O.O.Q in francese danno origine alla frase "Elle a chaud au cul", ovvero "Lei ha caldo al sedere". Si tratta di una scelta stilistica che a suo tempo avrà sicuramente indispettito i più e inoltre Duchamp è comunque riuscito a rendere omaggio al grande Leonardo da Vinci, a modo suo.

Il Dadaismo purtroppo ha avuto vita breve, e non poté essere altrimenti per una forma d'arte la quale era si innovativa, ma forse in maniera eccessiva per l'epoca. Questo movimento ha comunque potuto vantare membri di tutto rispetto come il fotografo americano Man Ray e il pittore spagnolo Francis Picabia e soprattutto l'aspetto più grande del Dada è stato l'eredità lasciata per la nascita di nuovi movimenti. Probabilmente senza il Cabaret Voltaire, senza quella ruota di bicicletta e senza quei baffetti di cattivo gusto sulla Gioconda non avremmo avuto il Surrealismo, non avremmo avuto il fenomeno Dalì, non avremmo avuto il Pop-Art di Wharol e Lichtenstein e non avremmo avuto l'arte del terzo millennio che, possa piacere o no, esiste e per tantissime persone è arte semplicemente perché per loro rappresenta qualcosa.
"La scelta dell'arte è l'idea dell'artista" (Marcel Duchamp).









Commenti

Post popolari in questo blog

Caos e figure geometriche

Te faruru

La bellezza delle belve